È ufficiale, il ministro degli interni Salvini è capace di fare miracoli, e andrebbe quindi perlomeno beatificato.
È quasi riuscito a farmi stare simpatico Cesare Battisti.
Unica regola: massimo 1000 battute
È ufficiale, il ministro degli interni Salvini è capace di fare miracoli, e andrebbe quindi perlomeno beatificato.
È quasi riuscito a farmi stare simpatico Cesare Battisti.
La scrittrice Annie Ernaux, intervistata da Repubblica, ha dichiarato di sostenere la protesta dei Gilet Gialli. Parlando dei suoi colleghi intellettuali ha invece detto: “Sin dall’inizio c’è stata una diffidenza tra scrittori e artisti. E’ la fotografia dell’abisso che li separa da un certo tipo di popolazione”.
L’abisso c’è, è innegabile. Però c’è un però.
A nostro modestissimo avviso, il ruolo dell’intellettuale dovrebbe essere quello di guardare altrove. Di battere sentieri inesplorati. Di essere libero. E forse un tempo era davvero così.
Poi sono arrivati gli intellettuali embedded, che invece di aprire nuove piste, si sono messi a sostenere* qualcosa che già c’era (un’ideologia nel migliore dei casi, un partito nel peggiore). Avanziamo qui la timida ipotesi che l’abisso giustamente citato dalla Ernaux possa aver iniziato a spalancarsi proprio per questo motivo.
A quanto pare siamo entrati ora in una terza fase, nella quali gli intellettuali inseguono. Ripercorrono sentieri già battuti da altri. Rincorrono.
A cosa servono degli intellettuali così?
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* In certi casi l’espressione “a sostenere” andrebbe forse sostituita con “al servizio di”.
Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale francese, afferma che “i 3/4 delle rivendicazioni dei gilet gialli sono nel nostro programma!”. E si chiede come mai il movimento sia considerato di estrema destra.
La stessa questione è sollevata in un articolo comparso sul sito di Potere al Popolo, partito della sinistra radicale italiana. La stampa mainstream dice che i Gilets Jaunes sono di estrema destra, invece sono dei nostri!
Insomma, i Gilet Jaunes, anche se non lo sanno, sono dei compagni.
Recentemente ho sentito diverse persone (tra cui l’economista e presidente dell’INPS Tito Boeri e il tutto-e-nientologo Beppe Severgnini) dire che* i migranti ci servono, perché qualcuno dovrà pure pagarle le pensioni ai vecchi Italiani, no?
Il problema è noto. Questi maledetti vecchi non ne vogliono proprio sapere di morire, e campano sempre più a lungo. I giovani, poi, sono troppo impegnati a sopravvivere per pensare di fare figli. Risultato: ci sono troppi pochi giovani che pagano le tasse, e quindi mancano i soldi per pagare le pensioni agli stramaledetti vecchi.
Da cui il bisogno dei migranti.
Bene.
Ora, mettiamo da parte per un attimo l’orrendo cinismo di questo pensiero, e chiediamoci la seguente cosa: perché nessuno, che io sappia, propone invece la soluzione che sul lungo termine sarebbe la più ovvia e naturale? Una soluzione lapalissiana.
Fare più figli.
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* Ho rifrasato il loro pensiero con parole mie
Che poi ce lo hanno detto anche dal Corriere della Sera: per gite scolastiche e scampagnate sono da privilegiarsi le mete I-ta-li-che! Quindi perché mai andare in Egitto a farsi ammazzare?
Riflettete.
Avviso ai cittadini Italiani che intendessero recarsi in Egitto: per l’Italia è molto ma molto importante avere dei buoni rapporti col governo di quel paese. Quindi coloro che volessero comunque recarsi in Egitto cercassero, per cortesia, di non farsi rapire né, tantomeno, ammazzare.
Grazie.